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clicca sulla copertina del disco qui sopra,
per poter ascoltare parte del lavoro:
"ARGILLA".

ARGILLA
Ornella Vanoni
(CGD East West - 1997)
Nel 1997, Ornella Vanoni presenta un progetto ad altissimo tasso di coraggio, composto da brani originali (ossia; da canzoni tratte da un repertorio estero e riadattati nella lingua italiana) e cover, supportato e generato con la collaborazione di Paolo Fresu e Beppe Quirici.
E tutto il servizio fotografico curato da Fabrizio Ferri, amplifica questo desiderio di essenzialità ed introspezione, grazie a scatti che ritraggono la nostra artista nuda dove il suo racconto viene segno e traccia di colore sulla pelle, scurita, forse inspessita.
L’incipit è la malinconia fatta di argilla. Plastica e materica. Non certo un’idea o sensazione.
Ornella , accompagnata da un team incredibile, ci suggerisce il primo passo per entrare con coraggio in questo lavoro, con il brano: “Viaggerai”, riadattando una canzone del cantautore Carlinhos Brown (Mares de ti).
Spensierata e ben puntellata, ci emozioniamo con “Buontempo” del nostro Ivano Fossati.
Bellissimo l’arrangiamento!
Questo percorso emozionale attraverso sonorità ricche, dense e fumose, mi affascina non poco, così come l’amore per il repertorio brasiliano che la Vanoni non ha mai nascosto e tantomeno tradito. Le sue non sono “cover” ma coerenti abiti e profumi, che con la sua essenza hanno creato un’amalgama materica difficile per molti interpreti italiani da ripetere con la stessa credibilità e passione.
Sulla stessa onda artistica ed emotiva, di “senso” della prima canzone, Ornella sceglie di interpretare un’altra perla del repertorio carioca della cantautrice Marisa Monte: “Sant’allegria” (Bem leve).
Una canzone fresca, delicata. Taumaturgica.
Ed è così che incontriamo come autore Roberto Carlos con questa “Naufragio “ (seu corpo) e Carlinhos Brown con “Argilla”.
Ed è appunto da quest’ultimo che viene ripresa la frase che vorrebbe essere la chiave di lettura di tutto questo lavoro: “sembra fatta d’argilla questa malinconia, che si asciuga in fondo al cuore, e che non vuole andare via”.
Ed i tratti drammatici, le luci immaginarie di un palco di teatro, soffuse e carnali, si accendono con “Bugiardo ed incosciente” , riletta con un taglio molto vicino al jazz, ed una più fresca ed essenziale “Nu quart ‘ e luna”.
Davvero; questo disco (fuori catalogo ormai da decenni, ma obbligatorio nelle più dense discoteche domestiche), è un’atipicità nel percorso più “abituale” della nostra Ornella, ma non per questo da considerare “casualità o inciampo di percorso”. Immagino che sia stato, nel privato della nostra artista, l’esigenza di farsi un regalo.  E vi assicuro che lo è per tutti noi!

Lunamante” è nella rilettura in lingua italiana, una composizione di Bobby Mc Ferrin, brillante e sbarazzina.

I get along without you very well” , canzone del 1939 di Hoagy Carmichael (ed interpretata da tantissimi grandissimi cantanti quali ad esempio Billie Holiday, Nina Simone, Ella Fitzgerald), si palesa quasi a cappella nella prima parte; un tessuto di cotone che la nostra artista tende attraverso una partitura che si snoda delicatamente sulle carni, come per un abbraccio.
E seguendo questo flusso, ecco apparirci la più swing “Every time you say goodbye” di Cole Porter.
Ed Ornella si diverte, e lo si percepisce benissimo attraverso la sua voce così particolare, ed il sorriso splende mentre canta un’altra perla del repertorio brasiliano, questa volta scritta da Jose Fernando Gomes Dos Reis, col titolo di “Amore vicino” (ao meo redor).
Se fosse vero” (di Roberto Carlos) colpisce per l’intensità del testo e la tessitura dell’arrangiamento. Forse tra le perle apparentemente più segrete di tutto questo disco, perché per noi italiani, molte di queste canzoni sono da considerarsi quasi inedite. Questo dimostra la passione per questo lavoro, la meticolosità e la cura che fa di “Argilla” (a partire dalle fotografie, dalla scelta degli autori e dei traduttori, delle sonorità) un caposaldo della produzione non solamente della Vanoni, ma della discografia italiana.
Un omaggio al mondo più “pop”, lo compie poi ricantando un successo di Elton John: “Sorry seems to be the hardest word”, solo poco prima di chiudere questo volume dedicando spazio ad uno dei produttori di questo disco, suo fedele compagno di viaggio in più occasioni, il musicista e compositore Paolo Fresu con questa musicale: “Albae”.
Una cosa da sottolineare, sono i nomi degli autori che hanno rielaborato nella lingua italiana quei pezzi che in molti (me compreso) hanno vissuto con emozione come “originali” , resi di spessore, brillanti, drammatici, teneri e confidenti: Carlo Fava, Niccolò Lapidari, Anna Lamberti e Gianluca Martinelli.
Davvero, un meraviglioso lavoro d’equipe!
(Christos)

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tel: 06 6638302  /  348 6604501
mail: redazione@startevents.one
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