I MIEI SUCCESSI
Rettore
(Sony music / Mondadori)

Con questa raccolta del 2012 targata Sony Music , Rettore (senza articolo “la” né “Donatella”), torna con una serie di brani per lo più meno noti, che aprono un varco a quello che è stato ed  è il mondo della cantautrice italiana, tra testi futuristi e suoni pienamente ricchi di effetti spaziali in richiamo (per noi che li stiamo ascoltando quali "posteri") ad uno sbrilluccicoso fine ’70 ed ’80.
La raccolta, anche molto generosa parte dal 1977 ed arriva in un’ellissi temporale, al 1991. Un lasso stilistico dove Rettore conferma il suo piglio anticonformista e coerente, sviluppato in 3 cd.
Ecco… se proprio dovessi fare un paio d’appunti, direi sia stato un peccato la mancanza di alcuni pezzi - a mio avviso - preziosi e divertenti della sua produzioni quali ad esempio “Adrenalina” in duetto con Giuni Russo, e “Di notte specialmente”.
Ma lasciando da parte il mio solito maledetto ascendente in vergine (che spinge ad una analisi forse anche più maniacale che precisa), direi di passare a questa raccolta, cercando di dividere stilisticamente i singoli cd.

Il primo cd è più che altro composto dai suoi strafamosi successi, tutti da cantare a squarciagola quali “Donatella”, “Kobra”, “Splendido splendente”, “Lamette” e la splendida “Amore stella” (dove lei lascia la “penna dell’autore” al duo Guido Morra-Maurizio Fabrizio).
Devo dire che Rettore mi ha sempre incuriosito non soltanto per la sua eccentricità quasi pop/punk, ma anche per questo suo decontestualizzare il proprio sesso e nome di battesimo, quasi per affermarsi come “entità artistica”, per non voler venir “banalizzata” da una "quotidiana umanità".
E l’approfondimento di questa artista mi risulta oggi molto divertente, per il suo imprinting da palco, il suo racconto di un contesto urbano folle e distorto, attraverso brani quali la trasversale “Karakiri”, la coinvolgente e ritmata “Brivido” a momenti languidi e densi di “Estasi” e folli visioni in “Magnifica”.
Il primo cd quindi si palesa per il suo “potere d’attacco”, immagino stimolando l’ascoltatore a seguitare con l’approfondimento.
E ci sono riusciti…
Il “secondo capitolo” di questa raccolta, si differenzia dagli altri due, per “l’immersione in brani e paragrafi meno noti ma non per questo privi di spessore”.
Il lasso temporale (cambiando nelle percentuali), rimane prettamente lo  stesso del precedente, senza discostarsi troppo: ’77  - ’82.
In questo secondo cd, devo dire c’è necessità di incedere all’ascolto con una maggiore attenzione alle sonorità, con calma, su testi mai del tutto semplici e scontati (filo comune poi di tutta la sua produzione), poco descrittivi e molto  “visivi”, tra il nonsense ed emotivamente paradossali . Si inizia con “Diva”  un rock and roll di facile “digestione”, per proseguire in questo flusso energetico  con altre sonorità diverse seppur ben “lubrificate” con un testo molto ironico, denso di quella mai del tutto passata ossessione per la dieta in “M’è scoppiata la testa”.
Poi dalla cover “Remember” del repertorio di Elton John, ad una più profonda e dileggiante “Leonessa”, dove l’interprete ed autrice, rivela la sua essenza animalesca sempre tra il serio ed il faceto. Un bell’arrangiamento corposo ed accattivante.
Così passiamo dallo slow “Benvenuto” con un accenno e ben temperato uso dell’harmonizer , alla scanzonata “Carmela”.
Eroe” del 1978, a mio parere a tratti anticipa la più famosa “Kobra” del 1980 nel piglio e percezioni stilistiche.
L’atmosfere di diradano e si addensano in “Gulietta”, brevissima  canzone quasi  piano e voce (1:48), dove si racconta in prima persona, quasi stupefacendomi per un cambio di “uso del linguaggio”; qui Rettore si estende delicata ed intensa.
Ma il cuore di questo capitolo, si palesa con impeto con “Il filo della notte” dove Rettore si riappropria del “personaggio Rettore” con orgoglio, diluendo macchie di rosso e scuro per tutta la partitura.
Mentre in “Le mani” aggiunge un velluto ai colori precedenti,  apparentemente smorzati, costringendoli a sprofondare in liquidi oleosi ed accattivanti.
Poi parte di questo liquido riesce a sfuggire da questo contenitore sonoro, mantenendo però una certa caratterizzazione, anticipando -con un suono di temporale e pioggia -  il brano “Oblio”.
E questo capitolo si chiude con un pezzo del 1979 dal titolo “La mia più bella canzone d’amore”, a mio parere inserito in questa raccolta come una mancanza di continuità stilistica.
Naturalmente, essendo questa una raccolta e non un "disco da repertorio", questi piccoli "scivoli"  non sono inusuali.
Sonorità più aperte con l’uso di chitarre classiche e di un arrangiamento più lineare rispetto a quello che come ascoltatore ho “affrontato” per quasi tutto il disco.
Il terzo cd, è un avvicinamento ad una Rettore con un repertorio per la maggior parte  più vicino temporalmente (ma non troppo), che varia dal 1986 al 1991.
Si attacca subito con riferimenti a “capezzoli rosa” in un “Sogno americano” di ottimo gusto e fattura.
Squisito.
clicca sulla copertina del disco qui in alto,
per poter ascoltare Rettore
"I MIEI SUCCESSI"
(non presente il cd in rete)
Nel viale della scuola è sempre autunno” - devo confessarvelo, cari amici - , è tra quei titoli che mi sono  subito balzati all’occhio per la  carica poetica. Da amante delle parole e di chi le usa sapendole usare, è stato un profondo godimento.

E questo pezzo è ricco di riferimenti alla sua infanzia, alle prime negazioni, con un tono lirico, che prosegue nel finale, con un “logico, giusto e romantico” fade out.

Velocemente desidero scorrere dalla cover “This time” (Kerr - Osborne) a “Brilla” (con un immaginario e personale mio riferimento alla famosissima “carta rossa di una caramella che… brilla” delle golosissime  Rossana, che al sole regalavano quelle stesse sensazioni), alla ballata di “Svegliati” del 1977.
Evocativa “i suoi baci negli occhi” (altro titolo che mi colpì dalla copertina), che non smentisce così le mie attese golose.
Si salta nuovamente al 1986, con la predominanza di altri strumenti musicali con la preziosa “Dea”, donna dello spettacolo, prima e dopo l’ingresso in scena.
I toni rimangono delicati in questo “cuore denso” di questo terzo cd conclusivo della raccolta, con “E’ morto un artista”(1977) solo per tornare ad un ritmo incalzante e raffinato con “Uomini uomini” dove alla scrittura si aggiungono anche altri autori  (Fantini, Pianigiani), a differenza della quasi predominanza di Rego nelle scritture delle passate produzioni.

Le nuove favole non fanno così bene al cuore” continua ad accompagnare l’ascolto con le sonorità tratte da questo riconoscibile 1991, evidentemente momento di svolta e riscossa per la nostra artista.
Per poi giungere a “Gattivissima” con una curiosa ritmica a scandire il tempo nell’intro, che (a mio parere) amplifica testi ed interpretazione di indubbio spessore e creatività.
Entra o non entra la canzone di chiusura? Appare, si accenna. Si ammutolisce, e poi in un appiglio stilistico che sa molto di  gusto rinascimentale, pienamente presente nel suo ruolo, eccola con “Son Rettore e canto”.
Direi suprema anche nella sua brevità, anche nella dosatura di un graffio “più maturo” ma identificabile senza alcun dubbio.
Così si conclude questa raccolta, sperando di avervi suggerito atmosfere, a volte molto complicate da “narrare” come l'entrare nel dettaglio della scelta dei testi. Ma forse solo perchè Rettore non si lascia “raccontare”, ma assaggiare, consci di una serie di portate stilistiche non facilmente (ed evviva Iddio)digeribili.
Perché per amare ed apprezzare un piatto, ci vuole pazienza ed arte nell’ascolto.
Insomma; nell’attesa di un suo ritorno alle scene, sono felice di poter esprimere un applauso fragrante a questa artista che di una sorta di “liscezza nelle forme e spigolosità” ha fatto una bandiera.

(Christos)

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