IT
Ruggiero Mascellino
(Kelidon Edizioni)

Un lavoro spettacolare, quasi totalmente strumentale, generoso…. Considerando che all’interno, troviamo anche un altro cd “bonus” dal titolo:”MATTANZA”, per un totale di 19 tracce.
Si inizia con un divertente e prezioso “quasi minuetto” in: “Sextet”, uno di quelli dove hai il desiderio di lanciarti con un bellissimo deltaplano colorato da colline verdi in una giornata di sole.
In “Suoni di Sicilia”, il deltaplano vola, scivolando su alture ed odori di color giallo e zenzero, velocemente. Quasi in uno stato di grazia.
La terza traccia, appartiene ad “Aria”, un pezzo caldo, delicato, erotico, grazie anche alla parte solista del violoncello, che accarezza i colori e la pelle. Di risposta, il pianoforte ritorna con i suoi giri, riprendendo le tracce appena solcate dal violoncello, aggiungendo un nuovo dialogo. Che dire del basso? Uno spettatore, di un tempo successivo. Un partecipante ad un coro strumentale che amplia un’idea, una “visualizzazione” intensa ed importante.
Si aprono le danze, il gioco, con le puntellate orientali di: ”Status”. E si gira… si gira, mentre il pianoforte si inserisce in piroette da brivido! Si riprende solo per poco il fiato, quando entrano in scena gli archi, quasi conducendoti in quella fase di vuoto alla testa, dopo aver bevuto, riso e danzato molto. E poi il sax, con un tappeto nuovamente puntellato, verso una ripresa ed un finale per nulla scontati.
Dave Grusin” è una corsa in bicicletta. Un susseguirsi di giri e sonorità allegre, pulsanti e leggere. Spensierate.
In “Pathos”, l’orchestra si riunisce, tessendo ed intrecciando i propri suoni. Con l’apparente calma e pazienza che solo gli artigiani riescono a coltivare….
E le biciclette si uniscono da ogni dove, seguendo “It”, il settimo pezzo del cd che porta omonimamente lo stesso titolo. Ma è solo una breve pedalata, per raggiungere, dopo appena un minuto, il “corpo” ed il testo di Lucia Marasà, per giunta inserito nel retro del cd. Ed in questo ritorno mai “dimenticato” riecco le sonorità forse tra le più amate di Ruggiero Mascellino, quelle provenienti dalle sue radici arabe. Profondamente siciliane. È un brano molto particolare, fatto quasi a “più segmenti”; sicuramente attraente, originale. Prezioso nella sua articolata composizione.
Si scorre su “Blu”, in maniera decisa. Asciutta. Quasi essenziale nella scelta degli attori/strumenti partecipanti.
Highlander”, si inserisce con ricordi di feste paesane, in un’attesa. Un evento che man mano si percepisce star per giungere. E l’attesa sale; si sente…. Ed i piedi tamburellano il terreno. Trepidanti. Gli sguardi si incrociano, e tessono allusioni, prenotandosi per la danza.
Da lontano, il richiamo di un fiato, ci sostiene nelle mai abbandonate sonorità orientali, passando al pezzo successivo “Khamsa”, obbligatoriamente attraverso la sua “Intro khamsa”.
Ma è un’”intro” birichina, perché ti illude di anticipare, già con questo suo titolo, ad atmosfere di festa, orientali. Una piccola bugia, o meglio… burla dell’autore, che con Khamsa (ultimo del cd), si apre con un pianoforte ed un abbraccio ben lontani nel sapore e stile dall’intro. Un giro, un’articolazione di note e suoni usati con “il mestiere” di chi può permettersi di venir considerato (in primis dal sottoscritto) uno tra i più grandi autori e compositori nostrani.
Il finale poi… è magnifico…..

Il cd allegato: “MATTANZA”, è un potpourrì di pezzi tradizionali e non. Si parte con un tradizionale “Sciukar Arab”, ad una preziosa “Bocca di Rosa”, riletta, trasognata. Giocosa.
Mattanza”, (brano composto dallo stesso Mascellino), è un rincorrersi di accordi e “pizzicati” (mi perdoni l’autore per questo appropriarmi di una terminologia riservata agli strumenti a corda!) sulla tastiera della fisarmonica. Meraviglioso!
Con una sferzata di samba, ecco apparire “Corfù”, divertente ed accogliente nella sua diversità, un caleidoscopio di risa, danze. Giochi nel cambiar repentinamente ritmo e velocità.
Scanzonato, quasi un valzer latino americano, saltellando, “Ballade Vom Angenehmen” (Kurt Weill), si propone “pacioso”, col suo andare morbido. Con tanto di inchino finale.
Nicabanda” è sudore e ritmo incalzante.
Sun”, quasi il ringraziamento per la fine del raccolto. Pieno, quasi barocco (nel doppio filo del sax soprano e del clarinetto); si apre con i festeggiamenti, rincorrendo in una fuga complice tutti gli strumenti e gli avventori in una immaginaria piazza assolata, tra sognate mani che battono ed applaudono, piene di nomi, storie e fatiche.
L’unico pezzo completamente cantato, è l’ultimo: ”La Siminzina”, affidata alla splendida voce ed anima di Tosca.
Un racconto tradizionale, notturno, di fine giornata. Una ninna nanna forse apparentemente malinconica. Quasi un po’ “spiata” attraverso una finestra che si getta su una strada di pietra di qualche sperduta località sicula.
(Christos)
clicca sulla copertina del disco qui in alto, per poter ascoltare il  lavoro:
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